Il CSRManager Network insieme a UNI, Intertek, Confassociazioni ha pubblicato la Prassi di riferimento UNI/PdR 109 “Attività professionali non regolamentate: profili professionali nell’ambito della sostenibilità” suddivisa in due parti: 

-La parte 1 (UNI/PdR 109.1:2021)definisce i requisiti relativi all’attività professionale del Sustainability Managere Sustainability Practitionerossia del professionista che svolge attività di gestione a livello manageriale della sostenibilità in azienda e della responsabilità sociale d’impresa e del professionista che sviluppa e gestisce a livello operativo la sostenibilità.

-la parte 2(UNI/PdR 109.2:2021) definisce invece i requisiti relativi all’attività professionale del Sustainability & CSR Auditor, SDG Action Manager, SDG User, ossia del professionista che svolge attività di audit nell’ambito della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa, gestione degli obiettivi SDGs in strutture organizzative, aspetti di gestione e attività quotidiane dei cittadini correlate agli SDGs non correlate a specifiche attività professionali.

“Il CSR Manager Network da 15 anni riunisce i professionisti e i manager che in Italia si dedicano alle strategie e ai progetti di sostenibilità con l’obiettivo di promuoverne la professionalità. Con l’attuale crescita esponenziale dell’interesse nei confronti della sostenibilità, sentiamo ancora più urgente la necessità di una chiara definizione delle competenze che occorrono a questa figura per essere efficace nei processi di integrazione della sostenibilità nel business”- sottolinea Stefania Bertolini, Segretario Generale CSR Manager Network“Siamo quindi molto lieti di aver collaborato con UNI, Intertek e Confassociazioni per il varo della prassi di riferimento che regolamenta conoscenze e competenze dei professionisti della sostenibilità, non solo per dare un perimetro a chi già opera in questa funzione, ma anche per agevolare i percorsi di crescita e la riconoscibilità dei profili più junior che sempre più numerosi si affacciano in questo ambito”.

Entrambe le Prassi di Rifermento (parte 1 e parte 2) possono essere scaricate liberamente dal sito UNI ai seguenti link: 

Partendo da una preliminare identificazione di quelli che sono i compiti e le attività specifiche di ciascuna figura professionale, la prassi ne definisce i requisiti in termini di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità identificando – per quanto applicabile – le capacità personali attese, in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ). Tali requisiti sono inoltre espressi in maniera tale da agevolare e contribuire a rendere omogenei e trasparenti, per quanto possibile, i relativi processi di valutazione della conformità.

Per contribuire allo sviluppo di un business modelsostenibile (che è uno dei compiti che la prassi attribuisce al Sustainability Manager e al Sustainability Practitioner) questi professionisti devono – ad esempio – essere in grado di:

  • identificare e valutare gli impatti socio-ambientali del business model aziendale e dei prodotti e servizi offerti su cui esso è basato e monitorarne, con metriche standard e ad hoc, gli impatti socio ambientali nel tempo; 
  • identificare, anche attraverso il coinvolgimento di stakeholder interni ed esterni le aree di miglioramento/criticità degli impatti socio-ambientali e della gestione dei rischi socio-ambientali (anche in relazione a eventuali categorie svantaggiate, come a esempio disabili o anziani, e all’emergere della cosiddetta economia circolare) e diffonderle tra gli attori di riferimento; 
  • riconoscere, anche confrontandosi con attori e partner esterni coinvolti nei processi di innovazione di prodotto/servizio, le opportunità tecnologiche, regolative e di public policies che possono favorire il miglioramento degli impatti socio-ambientali e della gestione dei rischi socio-ambientali e promuoverle presso attori di riferimento; 
  • garantire la compliance dei prodotti/servizi offerti alle normative e agli standard/certificazioni volontari a cui l’azienda aderisce in termini di impatti e rischi socio-ambientali ed eventualmente agli standard richiesti dai fondi di sustainable investment…

Le prassi di riferimento sono documenti che definiscono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, elaborati con un rapido processo di condivisione ristretta, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva a una società in cambiamento. Tutte le prassi di riferimento sono gratuitamente scaricabili dal sito accedendo alla sezione “Catalogo”.