LA SOSTENIBILITA’ È UN’IMPRESA. UNA BUSSOLA PER IL BUSINESS TRA SFIDE GLOBALI E GREENWASHING

19 Lug, 2022 | NEWS

Un articolo a firma del nostro Consigliere Marco Stampa sul suo libro recentemente uscito per Hoepli Editore “LA SOSTENIBILITA’ È UN’IMPRESA”, scritto insieme a Donato Calace e Nicoletta Ferro. Marco Stampa è pioniere della sostenibilità d’impresa fin dagli anni Novanta e oggi ricopre il ruolo di Sustainability Governance Manager di Saipem.

di Marco Stampa

Quando si pubblica un libro, dopo un lungo percorso professionale su un tema oggi molto “di moda”, ma ahimè in questi ultimi mesi un po’ oscurato dalla guerra e dalla crisi economica come quello della sostenibilità, una domanda ricorrente è sempre: cosa ti/vi ha spinto a scriverlo?

La risposta, tutto sommato, è ancora abbastanza banale: di solito le idee dopo un periodo di sedimentazione hanno bisogno di essere rese disponibili con il conforto fondamentale dell’esperienza, del confronto con altri professionisti, della conoscenza dei processi e delle dinamiche che nel business sottostanno al concetto di sviluppo sostenibile. Se poi uno è un antesignano della professione vista dal lato delle imprese, ecco che compare magicamente anche il titolo: “La sostenibilità è un’impresa”, con il suo corollario di doppi o tripli sensi. La sostenibilità è un’impresa perché il concetto pertiene fortemente al ruolo del business in un mondo dove le catene del valore sono sempre più integrate e globalizzate ma anche complesse e tecnologicamente in rapida evoluzione e dove sono le imprese a compiere scelte nell’allocazione degli investimenti, nell’impiego delle persone e nel rispetto dei loro diritti e di taluni principi irrinunciabili di etica e di trasparenza senza i quali, che esista o meno una regolamentazione (ma meglio se c’è), non c’è progresso economico, ambientale e sociale. In poche parole, è l’impresa a creare valore. Ma questo valore va una buona volta qualificato e quantificato con gli strumenti adeguati, avendo ben chiaro cosa gli stakeholder di quella impresa legittimamente si aspettano e se c’è connubio positivo e sostenibile verso l’ambiente e la società civile tra la missione dell’impresa e i suoi risultati.

La sostenibilità è un’impresa, in secondo luogo, perché sta diventando un interessante business per molti, alcuni in senso progressivo e positivo, basti pensare alle start up che operano nei settori dello sviluppo di tecnologie e servizi per le fonti rinnovabili, nella forestazione, nella difesa e valorizzazione dei beni culturali, nel supporto agli elementi socialmente vulnerabili. Per altri business il giudizio è un po’ più controverso. Tutto il mondo degli analisti e dei rating ESG costituisce un elemento di riferimento importante per imprese valutate e per investitori che di quelle valutazioni avrebbero bisogno ma è diventato un’area problematica e che necessita di regole che disciplinino potenziali conflitti di interesse o almeno rendano più trasparenti e condivise le modalità di engagement e le metodologie utilizzate.

Infine, la sostenibilità è un’impresa nel senso che è anche e soprattutto una fatica e un traguardo degno di essere pensato come una sfida e un’ambizione per molti, organizzazioni e individui e tra questi chi fa il mestiere del manager. Ed è a questa vasta e non omogenea platea – specie nella sua componente più giovane in cerca, si spera, di nuove, più gentili e lungimiranti forme di leadership – che il libro guarda con più attenzione. Nessuno di noi tre autori* (Donato Calace, Nicoletta Ferro e il sottoscritto) diversi per background, competenza ed età, voleva scrivere l’ennesimo manuale, né aveva velleità di imporre le proprie verità (ammesso che ne avessimo) e nel volume che l’editore Hoepli ci ha dato l’opportunità di produrre ci siamo “solo” dedicati a capitalizzare in forma scritta il sapere derivante dal nostro lavoro quotidiano.

Come per tutte le opere c’è sempre però un innesco. Il lockdown da COVID -19 ci aveva già spinto a cercare di ricostruire (con alle spalle la consultazione di una considerevole mole di autorevoli studi scientifici) i legami tra mancanza di sviluppo sostenibile, impatto sugli ecosistemi depositari di virus, globalizzazione, sistemi sanitari inadeguati e i conseguenti impatti economici e sociali di una pandemia come rischio globale annunciato, producendo un articolo dal titolo COVID-19, la sostenibilità suona sempre due volte1. La sostenibilità suona sempre due volte, infatti, la prima perché abbiamo favorito il salto di specie dei virus invadendo ecosistemi fragili, amplificandone gli impatti generati grazie agli squilibri, alle disuguaglianze, alla “insostenibilità” del nostro modello di sviluppo economico e sociale; la seconda perché rappresenta un’opportunità per non tornare a quella “normalità” che era la causa dei problemi ma per intraprendere percorsi di sviluppo più virtuosi, equi, giusti e razionali. È presumibile che non ci sarà una terza chiamata.

Da questa motivazione il libro ha così preso forma seguendo questo ordine: le origini dello sviluppo sostenibile; i primi tentativi con strumenti artigianali, sui quali ho posto uno sguardo disincantato, di dare il via a politiche se non di sostenibilità, almeno di responsabilità sociale d’impresa e di valutazione degli impatti ambientali nei territori; i temi al centro dello sviluppo: l’energia, la tecnologia, la frontiera dei diritti, la salute pubblica e la lezione pandemica. Con Donato Calace abbiamo delineato alcuni processi, a partire dalla materialità, stretti tra standard sempre più complessi e le pressioni della finanza “sostenibile” e dei rating ESG; abbiamo dedicato una menzione doverosa alla professione del sustainability manager, protagonista con tanti meriti di un mestiere caratterizzato da trasversalità multidisciplinare e con un destino forse al bivio tra integrazione con altre funzioni e fenomeni preoccupanti di greenwashing e di comunicazione fine a sé stessa; Nicoletta Ferro, con grande cognizione di causa, ha trattato della Cina, paese che ha un modo tutto suo, e non facile da decrittare, di interpretare il concetto di sviluppo sostenibile, convitato di pietra nei consessi internazionali dove si prendono le grandi decisioni sullo sviluppo e la lotta al cambiamento climatico. Infine, abbiamo lanciato uno sguardo al futuro, con gli SDGs come bussola per navigare in questo mare di contraddizioni e di complessità. Un libro che si avvale tra l’altro delle testimonianze e interventi di colleghi professionisti del settore, che hanno voluto prestare il loro contributo da ruoli, esperienze e competenze diverse: Matteo Bartolomeo, Alessandro Broglia, Emanuele Cacciatore, Davide Dal Maso, Roberto Giacomelli, Andreas Hoepner, Richard Howitt, Mathias Lund Larsen, Chiara Mio, Mario Molteni, Pietro Negri, James Osborne, Stefano Pareglio, Simone Pieranni, Victor Riega, Davide Vassallo. Andrea Greco di Repubblica ha gentilmente fornito una illuminante prefazione. Un libro che tenta di parlare di percorsi concreti senza mai perdere la visione globale, alzando lo sguardo sulla collina da scalare evocata dalla poetessa Amanda Gorman, un crinale – quello della sostenibilità – sempre più ripido e accidentato ma anche unica via da percorrere per tutti, imprese in primis.

 

 

*gli autori hanno devoluto l’importo delle royalties sui diritti d’autore all’organizzazione Medici Senza Frontiere

1 M. Stampa, D. Calace, N. Ferro, “COVID-19: Sustainablity always rings twice”, Social Science Research Network, www.papers.ssrn.com, 18 ottobre 2020; in versione italiana ridotta su www.formiche.net

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